Lettera a un “fratello” sulla Vita e sulla Morte

Quando cominci a fare un lavoro su di te inevitabilmente arrivi alla “consapevolezza” che stiamo tutti camminando lungo un percorso. Che siamo tutti qui per sperimentare la vita e di conseguenza anche la morte. Per “conoscere”.

Arrivi a capire che comunque oltre la morte c’è probabilmente qualcos’altro che attende l’Anima per farle proseguire il cammino, magari in un’altra forma.

Arrivi alla comprensione che il percorso sicuramente porterà l’Anima a rinascere nuovamente, in questo o in un altro Mondo, così da proseguire in quel continuum di esperienze che è alla base della vita dell’intero Universo.

Arrivi anche a pensare che quando ti capiterà di confrontarti con la morte da vicino, per qualcuno cui vuoi bene, sarai in grado di vivere la perdita con equilibrio, come fosse una fra le tante esperienze della vita, in quanto vita e morte sono come due facce di una stessa medaglia.

Fare un percorso personale porta ad avere delle certezze!

Poi arriva il giorno in cui una persona che ami se ne va, e improvvisamente tutte quelle certezze crollano miseramente.

La Morte è gemella “siamese” della Vita e accompagna l’uomo come un’ombra silenziosa che lo segue alle spalle, sicura che quando sarà il momento della vecchiaia e il passo della Vita si sarà fatto più lento e stanco, sta finalmente arrivando la Sua ora. Questo è nell’ordine naturale delle cose.

Ma le persone non lasciano questo mondo solo per vecchiaia.

A volte si lascia questo mondo anche per “scelta”, magari come facevano gli sciamani antichi, che quando sentivano di aver terminato il loro compito semplicemente decidevano di “scomparire dal mondo”, oppure si sceglie così per liberarsi dal peso di una sofferenza troppo grande da poter essere sopportata.

Già, la scelta, altra grande compagna nella vita di ogni uomo!

Qualunque sia la ragione quando una persona se ne va, lascia un profondo vuoto in chi lo ama, un vuoto che in un primo momento solamente il dolore riesce a riempire.

Quando “decide di andarsene” un amico con cui hai condiviso un pezzo di percorso sulla strada della crescita, è ancora più duro accettarne la perdita.

Pensi che “è presto, che il suo tempo non era ancora arrivato, che è ancora è troppo giovane e vitale per morire”. Pensi che tutto questo, non fa parte di quell’ordine naturale che regola le cose della vita e della morte. Pensi che “no non si fa così!”.

Così oltre al dolore e alla tristezza si prova rabbia per non aver capito e un disarmante senso di frustrazione per l’impotenza di non aver saputo o potuto far nulla.

Tutte queste emozioni si alternano tra loro insieme a ciò che rimane di quelle “certezze” acquisite in anni sul sentiero della Verità.

Per chi l’ha conosciuto, Mauro era un’Anima pura, un Guerriero senza armatura, un Angelo forse troppo fragile per resistere con le ali appesantite dal fango di questo mondo. Così improvvisamente, a modo suo, ha salutato tutti e ha scelto di andare.

Dicono che soltanto il tempo potrà curare le ferite, soltanto il tempo potrà trasmutare il dolore in qualcos’altro, forse è così, anzi sicuramente sarà così, anche se al momento sembra difficile da accettare.

“Tutto quello che possiamo fare è ricordarti con lo sguardo timido e sincero che nascondeva una persona dall’Anima pulita. È stato un onore camminare al tuo fianco per il pezzo di viaggio fatto assieme. Ci mancherai.

Quello che forse di più tutto può aiutare in questo momento, o che forse aiuta me, è il pensiero che hai fatto come gli antichi sciamani, hai deciso di lasciare questo mondo “leggero”, sereno e consapevole di aver portato a termine il tuo compito. Qualunque fosse!

Buon viaggio fratello, guerriero senza armatura, ora ti saluto con la speranza che prima o poi, in questo Mondo o in un Altro, ci ritroveremo seduti a scaldarci attorno a un fuoco a raccontarci di vittorie e di sconfitte, coperti dal mantello di una meravigliosa notte stellata”.

 

Firmato

Da un “fratello lungo il Cammino”!

 

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